Valentino Rossi: “La 500 2T era fuori da ogni logica”

Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Il nove volte iridato ripercorre i passaggi più impegnativi della sua carriera. E ricorda (con la luce negli occhi) il primo contatto con le ultime quadricilindriche a due tempi da 200 cavalli
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
6 marzo 2020

Sono passati ormai 20 anni dal debutto di Valentino Rossi in classe regina. Allora le MotoGP erano ancora di là da venire - se ne parlava già, sembrava che si sarebbero chiamate GP1, ma erano ancora... nella testa dei progettisti delle Case. Allora la classe regina era la 500, e le moto che ci correvano, pur se addolcite un po' rispetto ai mostri degli anni 80 e primi anni 90, facevano ancora paura. O come minimo, richiedevano tanto rispetto.

Nella seconda puntata della collana che Dainese dedica a Valentino, Rossi ripercorre i cambiamenti più importanti della sua carriera. E naturalmente, quello forse più traumatico e netto è stato il passaggio da 250 a 500.

"La prima volta che ho provato la 500 è stato impressionante" spiega The Doctor. "perché era una moto fuori da ogni logica. Una 500 quattro cilindri due tempi con già 200 cavalli, una potenza stratosferica. Quella è stata la moto che mi ha fatto più impressione.”

Ma il passaggio alla MotoGP ha colpito altrettanto Rossi.

“Come cambiamento tecnico, sicuramente la MotoGP è stato il momento più importante della mia carriera. Lì è cambiata l’era del motociclismo, dal due tempi, tecnicamente ‘facili’ si è passati al quattro tempi con tutta un’altra tecnologia, con tutt’altre possibilità di lavorare con l’elettronica, eccetera eccetera. Una tecnologia quasi automobilistica.”