MotoGP. Pol Espargaro: “Mai in squadra con mio fratello”

Giovanni Zamagni
Il pilota della KTM racconta di quando è salito la prima volta sulla moto austriaca (“Me l’aspettavo molto diversa”) e di come si è evoluta (“Adesso siamo a un buon livello”). Parla di Marquez (è nella situazione ideale) e di tanto altro. E assicura: “non vorrei mai stare nello stesso team con Aleix”
15 maggio 2020

Oggi, con Skype, vi porto ad Andorra, a casa di Pol Espargaro, campione del mondo Moto2 nel 2013 e dal 2017 pilota KTM in MotoGP. Ecco un’estratto della video intervista.

TITOLO 2013
“Spettacolare! Abbiamo iniziato tutti molto giovani, ti alleni tutti i giorni, ti fai male un sacco di volte: è un percorso lungo e duro. Quando riesci a vincere un campionato del mondo è una sensazione incredibile, impossibile da spiegare. La differenza tra vincere una gara e un titolo è enorme”.

8 ORE SUZUKA
“Ho vinto due volte a Suzuka: non pensavo fosse così emozionante. Avevo deciso di correre la 8 ore, per fare qualcosa di diverso in una stagione per me complicata. Sono andato lì solo per divertirmi, ma è incredibile come la gente vive quella gara. E’ tutto molto strano, ma la sensazione è unica: dopo il titolo, per me c’è la 8 ore si Suzuka”.

KTM: LA PRIMA VOLTA
“Pensavo a qualcosa di diverso dalla Yamaha, ma anche più competitiva. Ma la KTM partiva da zero, con telaio e sospensioni molto differenti: aveva tanti problemi, eravamo molto indietro. Ma poi siamo cresciuti”.

REP.CECA 2018
“La peggiore caduta della mia vita: ho rischiato la paralisi. Poi è arrivato il podio a Valencia, incredibile”.

KTM: ADESSO
“In questi anni è stato difficile fare il pilota ufficiale e il collaudatore: anche quando tutto andava bene, si provava qualcosa di nuovo, si ricominciava da capo. Ma era l’unico modo per arrivare dove siamo adesso. Il motore è migliorato tanto, è più potente e con un più efficace controllo elettronico. Il telaio è un po’ diverso: siamo più vicini alle altre moto, ma mantiene le sue caratteristiche. Anche il forcellone è cambiato: dopo tanti anni, siamo arrivati a un momento importante”.

PEDROSA
“Ci ha aiutato tanto. Adesso la moto è molto diversa e meglio di prima, ma non riesco a capire dove siamo rispetto agli altri: Dani ci aiuta anche in questo, è arrivato in KTM dopo tanti anni con la Honda. Ci possiamo concentrare meglio su alcuni aspetti, la sua esperienza è fondamentale. A me dà gusto vedere Dani andare forte”.

MOTO FISICA
“La KTM è una moto molto fisica e un po’ difficile.  Venendo dalla Yamaha, la differenza è grande: con la M1 potevo fare due gare consecutive, con la KTM devi essere tosto fisicamente, ci vuole forza e una tecnica speciale. Yamaha e KTM sono agli antipodi: una si guida con molta precisione, con la KTM non fai un giro uguale all’altro. E’ una caratteristica: devi essere più cattivo con questa moto. KTM va avanti con questo telaio e sospensioni perché loro hanno fatto tutta la vita questa ciclistica, vincono con questo telaio: lo conoscono bene, non vogliono cambiarlo. Stiamo migliorando, ci vuole tempo”.

KTM-DUCATI
“In passato, la Ducati sembrava più cattiva e difficile da gestire, ma adesso vedi guidare Dovi, sembra che guidi una Yamaha, la moto non si muove, sembra “tranquilla”, sembra precisa. Non è come vedere guidare Marquez con la Honda”.
 

IL FUTURO
“Non credo che Dovi arrivi alla KTM… Sto parlando con KTM, ma adesso la situazione è anomala, bisogna essere pazienti. KTM sta spingendo per firmare, ma hanno delle altre opzioni, ma ce l’ho anch’io. Vediamo nei prossimi mesi cosa succede”.

IL CAMPIONATO 2020
“Dobbiamo essere intelligenti e adattarsi a quello che si può fare”.

MARQUEZ-HONDA 4 ANNI
“La Honda ha provato delle alternative, ma nessuno è riuscito a vincere. E Marc è in una situazione ideale: ha quello che vuole, una squadra che è come la sua famiglia, una moto competitiva, un ingaggio importante. Lui vuole battere i primati di Valentino e per riuscirci la cosa più sicura è rimanere in Honda”.

ESPARGARO-ESPARGARO
“Mai in squadra con mio fratello: è l’ultima cosa che farei. In MotoGP c’è una grandissima pressione, il tuo primo rivale è il compagno di squadra: io ho una relazione magnifica con mio fratello, non vorrei arrivare a questa tensione, si litigherebbe sicuro. Per i fratelli Marquez è diverso, adesso c’è troppa differenza tra Marc e Alex”.