MotoGP. Andrea Iannone-Aleix Espargaró, pace fatta

MotoGP. Andrea Iannone-Aleix Espargaró, pace fatta
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
La diatriba scaturita dopo i test in Qatar è rientrata. Ai microfoni di Sky, lo spagnolo parla del suo allenamento e del chiarimento con il compagno di squadra
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
24 marzo 2020

Ho sempre difeso Andrea, abbiamo un ottimo rapporto, e quando ho sentito quelle cose non riuscivo a crederci. Il giorno seguente abbiamo parlato, mi ha detto che lui non voleva dirlo in quel modo, che io avevo interpretato male e che ne avremmo discusso in pista. Io gli ho detto che andava bene, che per me non c’era nessun problema“. Queste le parole di Aleix Espargaro ai microfoni di Sky Sport, in relazione al battibecco (a distanza) di cui i due compagni di squadra si sono resi protagonisti durante i test in Qatar.

Insomma, un appuntamento a vedersela in pista, com'è giusto che sia, quando e se questo benedetto Mondiale MotoGP finalmente prenderà il via, e sempre ammesso che la giustizia sportiva riesca a prendere una decisione in merito alla questione doping per Iannone. E poi, giustamente, Espargaró sottolinea quanto sia importante l'atmosfera all'interno del box.

Non mi piace avere un rapporto teso con il mio compagno di team: il mio obiettivo non è distruggere il mio compagno di squadra, io voglio lottare per il podio, e non per forza batterlo. Per raggiungere il podio mi serve Andrea, perché è un pilota forte che mi aiuterà nello sviluppo della moto. Ma mi servirà soprattutto ad essere più cattivo, più veloce, più forte. Sinceramente spero di rivederlo alla prima gara, perché anche la sua situazione non è facile“.

Aleix, ne abbiamo parlato solo qualche giorno fa, è confinato nella sua casa ad Andorra, ormai residenza d'elezione di tantissimi piloti che vi trovano addirittura una sede distaccata della Clinica Mobile. Ma parte del cuore è rivolta, naturalmente, all'Italia, dopo che la situazione legata al Coronavirus è precipitata anche in Spagna.

"Due settimane fa, quando sono tornato dal Qatar, sembrava una cosa lontana che non ci toccava, ma piano piano la situazione è peggiorata, e anche in Spagna ora è identica all’Italia: io abito ad Andorra, e qui proprio non c’è nessuno in giro, perché la gente ha paura".

"Il cuore e la testa sono in Italia, metà della famiglia è ad Andorra, ma l’altra metà è in Italia, con l’Aprilia, la mia moto, la mia carriera sportiva. In azienda sono molto preoccupati, sento spesso Massimo Rivola, l’amministratore delegato di Aprilia Racing, e mi ha detto che in azienda ci sono pochissimi ingegneri a lavorare. Io pensavo che all’inizio, per noi dell’Aprilia, potesse essere un vantaggio il rinvio del campionato, perché potevamo continuare a lavorare, ma la situazione è preoccupante e non riusciremo a migliorare in quasi niente. Sinceramente mi piacerebbe andare a dormire e alzarmi a giugno, luglio quando inizieremo le gare, perché Aprilia ha fatto un lavoro impressionante questo inverno e vedere la situazione in cui siamo adesso, soprattutto per Aprilia che è in Veneto in una zona particolarmente colpita, mi fa stare veramente male".

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